Emergenza Rifiuti. Dopo il no all’apertura di Cava Vitiello si continua a lottare in nome della democrazia

eri sera i cortei provenienti da Terzigno, Boscoreale e Boscotrecase hanno riempito la rotonda in via Panoramica. C’erano migliaia di persone: gente comune affiancata da delegazioni delle altre realtà campane in lotta, tra cui anche il Comitato Pro Maresca e la rete civica anti-depuratore tossico di Torre del Greco, e da giovani di centri sociali, dai disoccupati organizzati di Napoli e piccole delegazioni dei “No-Tav” piemontesi. “Stiamo dando un segnale importante – spiegano i rappresentanti di ‘Vesuvio in lotta’- le strade, le piazze e i paesi sono nostri. Sappiamo che non siamo soli, stanno lottando anche alla Taverna del Re, a Giugliano, a Serre e in tutte le comunità della Campania per opporsi a questo sistema scellerato che da 16 anni ruba solo soldi e non migliora la qualità della nostra vita. Ci hanno lasciato con una precarietà assoluta e da questo momento decidiamo noi il nostro presente, il nostro futuro. Ci autodeterminiamo sul nostro territorio delegittimando questa politica istituzionale che ci sfrutta e che ci vende”.

La disposizione di non dare corso all’apertura di Cava Vitiello, decisa venerdì sera dopo le trattative tra i 18 sindaci vesuviani e il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, non basta alle popolazioni vesuviane che continuano la loro lotta chiedendo anche la chiusura di Cava Sari dove si continuerà a sversare fino ad esaurimento della stessa. “L’accordo – continuano i membri di ‘Vesuvio in lotta’ che hanno sottoscritto i 18 sindaci dei comuni vesuviani stabilisce la continuazione dello sversamento della Cava Sari. Ci avevano promesso che qualsiasi documento sarebbe passato sotto la volontà dei cittadini, ci avevano promesso un referendum. Dato che noi siamo cittadini onesti e democratici, noi questa sera dovremmo fare un vero gesto di democrazia: mettere all’approvazione di tutti noi la decisione presa dal Governo . Alziamo la mano e respingiamo l’accordo, continuiamo la lotta, il blocco della Cava Sari e il nostro presidio. Qui non sverseranno più!” . Tra i tanti interventi che chiedevano i rifiuti zero, la raccolta differenziata porta a porta e la riappropriazione del Parco Nazionale del Vesuvio, un esponente dell’Accademia dell‘Assise della città di Napoli afferma che “se non avessimo avuto la discarica a Serre o a Cava Sari saremmo tutti rimasti chiusi nel privato, disinteressati a ciò che succede nel nostro Paese. Questo, invece, ci ha fatto muovere, ci ha fatto unire facendo maturare l’intelligenza popolare. Grazie a chi fa le manifestazioni creative, a chi si batte con coraggio, a chi studia alternative e la situazione .Grazie a ciò tutto il popolo campano si è svegliato e si è unito. Noi siamo un popolo e la nostra intelligenza popolare deve ribellarsi a questo stato d ignoranza in cui ci vogliono tenere e schiacciare. Dobbiamo unirci, rivendicare il nostro territorio , il nostro futuro, e la nostra autodeterminazione”. La battaglia del popolo vesuviano continua sabato 6 novembre a Piazza Mancini a Napoli, alle ore 6 dove tutti movimenti e le lotte sociali si incontreranno per potere dire no a “questo sistema che non è democrazia perche democrazia significa partecipazione e poter decidere realmente”.

Giovanna D’Urso

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Triskel182

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